Viene dal latino SALUS, che indica sia SALVEZZA che SALUTE ma, nel significato di INTEGRITÀ o INCOLUMITÀ è più affine a SALVUS = SALVO/SALVATO, ESISTENTE, INTEGRO simile al sanscrito SÁRVAS = TUTTO, INTERO, da cui SÁRVATATI = INTEGRITÀ. Ha, inoltre, radici in comune con il greco ÓLOS = INTERO, INDIVISO, ILLESO.

SALVEZZA indica uno stato di benessere, di tranquillità, di integrità individuale o collettiva. SALVO è colui che è rimasto incolume, illeso o integro di fronte a un pericolo (es. “san* e salv*). SALVO viene anche usato nel senso di ECCETTO, TRANNE (es. “salvo imprevisti”): serve a mettere un confine, a tenere fuori certe situazioni, a indicare ciò che non è coinvolto.

Il termine SALVEZZA, inoltre, appartiene etimologicamente alla stessa famiglia di SOLIDITÀ: salus/salvus e solĭdus possiedono lo stesso DNA linguistico. SALVO è anche ciò che è solido, cioè compatto, fermo, consistente e, dunque, unito e integro.

Ancora, SALVE (molto diffuso nell’italiano colloquiale) e SALVETE, insieme ad AVE e AVETE, era la consueta formula di saluto presso i Romani. Traducibile con “stai bene, stai in salute”, era usato per augurare salvezza, integrità e salute fisica.

L’idea che nell’essere e nel mantenersi in SALUTE risieda la nostra SALVEZZA, è affascinante. Essere in salute significa essere saldi, restare integri e sapersiriconoscere come un tutto complesso, non separabile tra corpo, mente e spirito, come suggerisce il termine greco ÓLOS (da cui OLISMO = “il tutto non è riducibile alla somma delle parti”).

L’etimologia di SALVEZZA ci offre una logica semplice ma di grande efficacia e sensibilità: ogni essere vivente che sia sano e integro, capace di intendere e volere, può e deve aspirare alla solida SALVEZZA di se stesso o di altri di fronte a situazioni o pericoli che ne minacciano l’integrità.

    • [categories orderby=count title_li=0 exclude=1,8,11]
  • Iscriviti alla Newsletter