La storia del XX e dell’inizio del XXI secolo è stata una storia di consumismo. I rifiuti elettronici sono già oggi la fonte di rifiuti domestici in più rapida crescita alimentata da una sempre maggiore domanda di elettronica, cicli di vita brevi e poche opzioni di riparazione per i prodotti.

Il nuovo laptop Framework, al costo di 999 dollari, potrebbe però dare il via ad una rivoluzione, quella della riparabilità. Soprannominato dai suoi creatori come “un notebook progettato per durare” può essere smontato con facilità e qualsiasi sua parte, dalla batteria al processore, alla tastiera, può essere riparata o aggiornata.

Infatti, è possibile accedere alle sue parti costitutive con un cacciavite ed un manuale pubblico spiega come gli utenti possano fare le riparazioni da soli. L’azienda ha anche lanciato un proprio marketplace che vende pezzi di ricambio a prezzi accessibili. Ad esempio, una nuova batteria costa 59 dollari.

“L’elettronica di consumo è stata finora un’industria usa e getta”, afferma Nirav Patel, fondatore di Framework. “Era chiaro che questo non era un problema che si sarebbe risolto da solo. Vogliamo dimostrare che un modello diverso, anche di business, può funzionare.”

Questa possibilità sembra rafforzarsi anche grazie al movimento per il diritto alla riparazione che, dopo l’Europa, anche negli Stati Uniti, sta guadagnando sempre più consenso compreso quello del presidente Biden, con la possibilità, in questo ambito, di creare un’economia circolare e sostenibile.

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