Esattamente 2 anni fa raccontavamo come l’ONG World Central Kitchen, fondata dallo chef spagnolo José Andrés, subito dopo l’inizio della guerra in Ucraina, si fosse mobilitata per intervenire sul campo alla frontiera tra Ucraina e Polonia, per assicurare ai civili in fuga dalla guerra almeno un pasto caldo e nutriente.

Perchè WCK è nata dall’idea che il cibo ha il potere di creare un mondo migliore e che senza solidarietà, nulla può funzionare: “Un piatto di cibo è un piatto di speranza, è il modo più veloce per ricostruire la vita e le comunità”.

Per questo motivo, subito dopo l’ingresso a Gaza dell’IDF, le Forze di difesa israeliane, hanno deciso di intervenire con i loro operatori con un semplice obiettivo: nutrire le persone. Essendo un’organizzazione no-profit e apolitica, questo non è stato facile.

In 6 mesi hanno distribuito più di 42 milioni di pasti cercando di contrastare una drammatica carestia che purtroppo, se la situazione sul campo non cambierà, è più una certezza che un’ipotesi per il prossimo futuro.

WCK ha continuato ogni giorno a consegnare cibo con convogli terrestri dal valico di Rafah e con lanci aerei dalla Giordania. Ha anche aperto una rotta marittima, inviando con successo quasi 435.000 pasti tramite la nave Open Arms e proprio nei giorni scorsi ha organizzato una seconda spedizione via mare da Cipro.

Questo fino al 1 aprile quando un convoglio con 7 operatori di WCK è stato colpito da un raid aereo israeliano mentre lasciava un magazzino dove la squadra aveva scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari umanitari appena arrivati a Gaza dalla rotta marittima: sono tutti morti.

Non sono e non saranno né i primi né gli ultimi operatori umanitari caduti, da innocenti, nel corso di questa drammatica guerra. E si sommano ai 33.000 morti, di cui 13.000 bambini, tra la popolazione di Gaza. I militari israeliani caduti a Gaza sono, ad oggi, 256.

Questo non è solo un attacco contro il WCK, è un attacco alle organizzazioni umanitarie che operano nelle situazioni più terribili, dove il cibo viene utilizzato come arma di guerra. Questo è imperdonabile”, ha affermato Erin Gore, CEO di WCK.

World Central Kitchen ha sospeso immediatamente tutte le operazioni nella regione in attesa di decidere sul futuro del loro lavoro. C’è ancora molto da fare per nutrire la comunità di Gaza e, siamo certi, il WCF, nonostante tutto, non renderà vano il sacrificio dei propri fratelli e sorelle.

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