Dopo quarant’anni di abbandono e quattro di restauro, ha riaperto al pubblico il Grand Hotel di San Pellegrino Terme, espressione della mondanità e dell’internazionalità che caratterizzò la città, con un percorso che conduce al Casinò, costruito su progetto degli architetti Mazzocchi e Squadrelli.
I due, dopo aver viaggiato in Europa per farsi ispirare, elaborarono un edificio in linea con “gli schemi degli antichi castelli francesi”: il Grand Hotel risulta molto simile, infatti, al Palais de Tuileries, palazzo parigino ormai scomparso, mentre il Casinò richiama l’Opera di Parigi.
Il Grand Hotel fu considerato, inoltre, espressione della vocazione termale aristocratica: è collegato, non a caso, alla Fonte e al Casinò di San Pellegrino, che ospita le Terme QC San Pellegrino, da un ponte in legno, sostituito nel 1924 dall’attuale Ponte Principe Umberto, costruito su progetto dall’ingegner Michele Astori.
All’inaugurazione del 1905 vi soggiornò la regina Margherita di Savoia e, successivamente, altre personalità del mondo dell’aristocrazia, della cultura e della politica, tra cui la Regina Elena con i figli, il generale Luigi Cadorna, i premi Nobel Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, Federico Fellini e Giulietta Masina.
Rivelatosi poi troppo costoso nella gestione e privo di alcune dotazioni fondamentali per gli alberghi di prima categoria, fu chiuso nel 1979, rimanendo aperto solo per le aste fino al 2006, per recuperare soldi con la vendita degli arredi.
Qualche anno fa sono iniziati i lavori di ristrutturazione, che hanno permesso il restauro del piano terra, ricco di affreschi, stucchi, decorazioni e bassorilievi da ammirare. Gli interni, tra cui uno splendido lampadario, le vetrate e gli elementi decorativi, oltre agli esterni, quali finestre, tetto, lesene e ulteriori decorazioni in cemento presenti sulla facciata sono delle perle Liberty uniche e preziosissime, espressione una libertà artistica mai avuta prima.