Bullismo, giustizia riparativa e metodo N.B.A.

Oggigiorno quasi uno studente su cinque negli Stati Uniti ed in Europa afferma di aver subito atti di bullismo. Secondo un sondaggio del 2022 del Pew Research Center, quasi la metà degli adolescenti afferma di essere stata vittima di cyberbullismo.

Il “No-Blame Approach” è stato sviluppato all’inizio degli anni ’90 nel Regno Unito dalla psicologa Barbara Maines e dall’educatore George Robinson. Questo approccio incoraggia educatori e psicologi a non incolpare e punire gli autori del reato anche nei casi gravi di bullismo, tranne che per i reati penali.

L’idea di fondo è che il circolo vizioso di isolamento della persona presa di mira può essere invertito solo attraverso la responsabilizzazione e l’attivazione positiva degli studenti del gruppo classe compresi quelli più attivi nei comportamenti di bullismo.

In uno studio tedesco del 2008 che ha esaminato 220 casi di bullismo, l’approccio No-Blame, ha avuto successo in 192, ovvero nell’87% dei casi. Nella maggior parte delle scuole valutate, ci sono volute solo due o tre settimane perché il bullismo finisse.

Gli esperti concordano sul fatto che il bullismo può causare gravi danni, tra cui depressione e ansia, autolesionismo, problemi di salute e calo dei risultati scolastici. Se questo problema non viene affrontato per tempo, il danno può persistere per molti anni, anche fino all’età adulta.

Quasi sempre punire gli autori tende però a peggiorare la condizione della vittima. Di solito i bulli la fanno poi ‘pagare’ alla vittima. Oppure la vittima viene mandata in terapia, rafforzando la sensazione che ci debba essere qualcosa che non va in lei mentre con i bulli non avviene alcun intervento.

Contrariamente a quanto si pensi il bullismo non è quasi mai legato a caratteristiche specifiche della vittima, come il peso, l’aspetto o lo status sociale, anche se i dati mostrano che gli studenti LGBTQ+ corrono un rischio significativamente maggiore di bullismo rispetto ai loro coetanei.

Piuttosto sembrano essere le dinamiche sociali le vere cause alla base del bullismo: il nerd con gli occhiali vittima di bullismo in una scuola potrebbe essere invidiato in un’altra comunità per la sua intelligenza.

L’obiettivo del “No-Blame Approach” è quello di cambiare la dinamica sociale e rendere pubblico ciò che sta accadendo coinvolgendo anche i bulli nell’aiuto alla vittima di bullismo invece che punirli. Parliamo di empatia, tolleranza e rispetto. Come voglio essere trattato e come tratto gli altri?

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