Nella sua origine latina, questa parola viene dal verbo DIS-COOPERIRE, composto da dis- (con valore privativo) e cooperire, composto da cum (indica mezzo, strumento)e operire= ri-coprire (contrario di aperire: aprire, schiudere, rivelare). Significava “rimuovere ciò che nasconde, esporre alla vista o trovare ciò che prima non si vedeva o era occulto”.

In greco, SCOPERTA affonda le radici nel verbo EURISKO, che vuol dire “trovare, scoprire”. Da qui derivano EUREMA, termine per “soluzione trovata, scoperta inaspettata” e la famosa espressione “EUREKA!”, pronunciata da Archimede di fronte ad una delle sue più famose scoperte, che significa “Ho trovato!”

Il termine SCOPERTA ha assunto il significato principale di “trovare qualcosa di inaspettato che già esisteva, ma non era stato conosciuto da nessun altro prima”, e fa, dunque, riferimento all’ampliamento della conoscenza e dell’esperienza umana derivato dalla rivelazione di realtà prima ignote o ignorate.

Tale significato affida a SCOPERTA un ruolo diverso da quello di INVENZIONE: il termine SCOPERTA indica il momento in cui l’uomo, volontariamente o in modo casuale, viene a conoscenza di qualcosa di già esistente, mentre il termine INVENZIONE riguarda, invece, la produzione originale di qualcosa derivato dall’attività creativa dell’ingegno umano.

Quando compiamo un SCOPERTA, siamo noi, con le nostre conoscenze e le nostre esperienze a sentirci e a diventare “nuovi”, non è la realtà svelata a cambiare.

L’etimologia di SCOPERTA è un invito a non modificare la realtà, ma a guardarla diversamente. L’atto di SCOPRIRE richiede un nuovo sguardo, nuovi occhi. Molte cose sono già là fuori o già dentro di noi. Mentre passiamo il tempo a pensare come inventarne di nuove, loro attendono solo di essere viste, scoperte.

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