Immagina di andare ad un concerto nella famosa Carnegie Hall di New York ed invece di sederti su una sedia, sei invitato a metterti comodo su un morbido cuscino adagiato sul pavimento o su un tappetino da yoga. Invece di dover restare in silenzio sei incoraggiato a connetterti con il tuo vicino.
La serie di Well-Being Concerts – Concerti per il Benessere della Carnegie Hall non è, infatti, pensata solo per intrattenere ma mira a fornire benefici tangibili per la salute. Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità suonare e ascoltare la musica è associato a una riduzione dello stress, dell’ansia e della solitudine.
Le arti in generale, e la musica in particolare, possono essere molto terapeutiche. L’ascolto riflessivo di gruppo durante un concerto può avere un impatto fisiologico, psicologico e sociale positivo. Ad esempio, il cortisolo, l’ormone dello stress, diminuisce. I ricercatori hanno misurato una diminuzione dell’ansia e della depressione.
“Ci siamo chiesti, come potevamo creare un’opportunità per massimizzare il potenziale impatto sul benessere di un’esperienza musicale dal vivo?” afferma Sarah Johnson, direttrice del Weill Music Institute della Carnegie Hall.
Sia gli artisti che i partecipanti affermano di vivere i Concerti per il Benessere in modo molto diverso da una tipica performance. Invece di guardare gli artisti su un palco sopraelevato, i partecipanti sono allo stesso livello e formano un cerchio attorno a loro in modo da sentirsi molto più connessi.
Il Weill Music Institute ha più di 14 anni di esperienza nell’organizzazione di concerti anche in luoghi pubblici con un alto contenuto di stress, tra cui penitenziari, ospedali, residenze per anziani e scuole, nonché con persone senzatetto. “Vogliamo continuare a promuovere i concerti legati al benessere anche al di fuori dell’aria rarefatta della Carnegie Hall”, conclude Sarah Johnson.