Il 25 aprile, si celebra il 79° Anniversario della Liberazione. In questa data fatidica si ricorda la liberazione dell’Italia dal giogo nazifascista e la Resistenza, dei partigiani che in tutti i fronti, dall’Atlantico al Pacifico contribuirono a questa Lotta.
Le formazioni partigiane italiane, nacquero dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, su iniziativa di antifascisti e militari del regio esercito. Inizialmente erano poche migliaia di uomini, ma con la vasta partecipazione di operai e contadini e intellettuali arrivò a circa 300.000 persone, che combatterono contro l’occupante nazista e il collaborazionisti fascisti della Repubblica Sociale.
Le formazioni partigiane erano coordinate dai Comitati di Liberazione Nazionali (CLN) e si distinguevano per gli orientamenti politici. La Resistenza era anche sostenuta con coraggiosi scioperi generali organizzati dalla classe operaia. Nel 1944 si costituì il CLN Alta Italia, che liberò molte zone prima dell’arrivo degli alleati.
Quando le truppe anglo americane nella primavera del 1945 dall’Appennino entrarono nella Pianura Padana. Trovarono intere province ormai gestite dai partigiani. Benito Mussolini tentò di fuggire in Svizzera con una colonna tedesca, ma venne catturato e giustiziato dai partigiani con altri gerarchi.
Le donne furono il cuore pulsante della Resistenza Partigiana, spesso dimenticate dalla storia convenzionale, contribuirono significativamente al movimento di liberazione. Furono combattenti, staffette, diedero un supporto logistico-informativo, furono efficaci propagandiste e organizzarono scioperi. Tra tante spiccano Carla Capponi, che divenne deputata del PCI e Nilde Iotti, anch’essa del PCI, compagna del leader Palmiro Togliatti e prima donna Presidente della Camera dei Deputati e la bolognese Irma Bandiera.
Questa giovane e fervente Comunista, conobbe lo studente di medicina e partigiano “Marco”, gli chiese di farla entrare nella 7ª Brigata Garibaldi, dove assunse il nome di battaglia “Mimma”. Dopo varie peripezie Irma venne arrestata con altri sei partigiani e separata da loro fu tradotta a Bologna. Per strapparle informazioni i fascisti la torturano per sei giorni accecandola, ma Irma, sorretta da incrollabile fede antepose l’interesse collettivo rispetto all’istinto di sopravvivenza e non parlò: venne fucilata il 14 agosto 1944.