Dopo 15 anni, “Chan”, come la partnership tra Christiane e Angela è ufficialmente conosciuta in azienda, è il soggetto più senior nel settore Unilever che gestisce la divisione gelato. Hanno fatto da apripista per altre 62 coppie in lavoro condiviso, diventata oggi in tutto e per tutto un’opzione praticabile.

Il job sharing è infatti una pratica che consente a chiunque, ma soprattutto a coloro che ritornano dal congedo parentale, di lavorare con un orario part-time ma in un ruolo a tempo pieno semplicemente condiviso con un’altra persona.

La suddivisione varia da azienda ad azienda, ma uno schema comune prevede tre giorni alla settimana per ciascuno con un giorno di crossover. Sono gestiti in termini di prestazioni e persino promossi come un’unica unità.

Due persone che lavorano tre giorni alla settimana costano però ad un’azienda il 20% in più in termini di stipendio ed è necessario quindi mettere in atto protocolli affinché un ruolo condiviso non finisca per costare il doppio delle spese di amministrazione e gestione per i team leader.

Anche il job sharing intergenerazionale è molto interessante, quando due persone condividono un lavoro e hanno una notevole differenza di età tra loro. Questo può avvantaggiare le persone anziane che desiderano ridurre il proprio orario di lavoro, mentre i più giovani possono imparare dalla loro esperienza.

Il job sharing, nato come antidoto alla “penalità della maternità” nella retribuzione femminile, è oggi riconosciuto dal World Economic Forum come un percorso virtuoso verso la “trasformazione economica” per creare un modello di lavoro più inclusivo.

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