Termine minimo di conservazione e scadenza dei cibi

A partire da settembre diverse catene di supermercati nel Regno Unito hanno deciso di abolire il termine minimo di conservazione da alcuni alimenti confezionati, il cosiddetto “da consumarsi preferibilmente entro”. L’ultima in ordine di tempo è stata Waitrose che l’ha eliminata dalla frutta e dalla verdura confezionati.

L’obiettivo è quello di ridurre gli sprechi di cibo. L’indicazione, infatti, può portare le persone a buttare via il cibo ancora buono. Questo perchè il tmc indica solo il momento a partire da cui un alimento potrebbe iniziare a perdere le sue caratteristiche nutrizionali e organolettiche.

Secondo Jamie Crummie, cofondatore di Too Good To Go, diffusa app antispreco,l’incertezza generata dalla data di scadenza “porta a uno spreco alimentare su larga scala in tutta la società: il 10% di tutti i rifiuti alimentari in Europa si possono attribuire a questo”.

Oggi più di 1/3 del cibo prodotto a livello mondiale viene sprecato e, con esso, anche l’energia, l’acqua e la manodopera che servono per produrlo. Si stima che in Italia ogni anno vengono buttati più di 36 kg di cibo commestibile pro capite.

In Italia è stata approvata nel 2016 la cosiddetta Legge Gadda che ribadisce ufficialmente che gli alimenti, anche oltre il TMC, possono essere donati a condizione che l’alimento sia correttamente conservato e l’imballaggio, a contatto con lo stesso, sia integro. Questa norma è fondamentale per chi opera nell’assistenza alimentare agli indigenti.

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