“Qui suonava Romano Held”

Così dal 18 gennaio 2023 si può leggere nella pietra d’inciampo posta in piazza della Libertà proprio di fronte alla Stazione ferroviaria Centrale: il suo nome è finalmente rientrato nello spazio pubblico di Trieste.

Romano Held è così il primo rom e sinto in Italia ad essere ricordato con questa forma di “memoria diffusa”, piccoli tasselli d’ottone nati nel 1992 da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig per impedire ogni forma di oblio e indifferenza verso i deportati nei campi di sterminio nazisti.

“Quando ho letto il nome di Romano, fratello di mio nonno, mi è esploso il cuore dalla commozione: finalmente è arrivato il momento di parlare dell’evento traumatico che è stata la deportazione del mio popolo”, ha detto la pronipote Eleonora Ferrari.

Porrajmos è il termine della lingua romanès con cui Rom, Sinti e Camminanti chiamano lo sterminio del loro popolo ad opera dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale. La stima delle vittime si aggira fra i 220.000 e i 500.000, il 25% della popolazione Rom complessiva presente in Europa tra le due guerre.

Questa iniziativa rientra nel progetto “Memoria a più voci” promosso dall’Università La Sapienza di Roma, dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia, dall’Unione Comunità Romanès in Italia e dall’Associazione Arte in Memoria. Perché la memoria è unica ma è a più voci e va condivisa come unico vaccino contro l’indifferenza.

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