L’origine latina del termine risiede nel verbo PATIOR. Il suo primo significato è quello di “patire, soffrire”, come per il verbo greco PASKO, derivante da PATHOS, che indica, tra gli altri significati, il patire un dolore corporale o spirituale. In effetti, è definito PAZIENTE per eccellenza chiunque riceva cure mediche fisiche o mentali.

La PAZIENZA sorge ed è inevitabile quando ci si trova in una condizione di sopportazione o patimento, che può essere dolorosa ma anche piacevole, come quando si aspetta serenamente qualcosa di talmente importante da riuscire ad apprezzare anche l’ATTESA che la precede.

Il termine greco definisce, inoltre, PAZIENTE anche chi “riceve le impressioni di un agente”, oltre a colui che sopporta. PAZIENZA è, dunque, l’elaborazione di un’impressione che ricevo dall’esterno, che può avvenire in vari modi. PATETICO è, infatti, sì ciò che “che eccita la malinconia e la compassione” ma anche “le passioni, soprattutto con l’arte delle parole declamate e della musica” (Cfr. Vocabolario Etimologico della lingua italiana – O. Pianigiani).

In effetti, uno dei significati di PATHOS, alla radice di PAZIENZA, è anche PASSIONE, AFFETTO, SENTIMENTO. Aristotele, nella Metafisica, indica le PASSIONI o AFFEZIONI dell’anima non solo come impressioni derivate da agenti esterni, ma anche come le sensazioni frutto dello stato di perturbazione dell’anima, differente a seconda dell’impressione ricevuta. Le PASSIONI sono, dunque, “sensazioni patite”, nel bene o nel male.

Scopriamo così che PAZIENZA e PASSIONE condividono la stessa radice. La pazienza è la disposizione al mantenere costante la capacità di rimanere impressionati e a sostenere, oltre che a sopportare, sensazioni piacevoli o spiacevoli. Eppure, non si tratta solo di subirle ma di affrontarle con passione, spinti da una viscerale motivazione.

Dove c’è PAZIENZA, c’è PASSIONE, e viceversa. IMPAZIENTE è, infatti, colui che non è disposto né è capace di sopportare, rischiando di non godersi nemmeno le sensazioni piacevoli. Khalil Gibran scrive: «Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, mi ha dato il frutto della felicità».

Nella cultura cristiana, la PAZIENZA è definita come “la virtù dei forti”, perché propria di coloro che sanno attendere l’intervento divino e coltivare una grandezza d’animo anche in situazioni disperate. Al di là di ogni cultura, si potrebbe sicuramente affermare che la PAZIENZA, oltre che essere dei forti, è la virtù degli appassionati.

    • [categories orderby=count title_li=0 exclude=1,8,11]
  • Iscriviti alla Newsletter