“Ogni volta che dimentichiamo ciò che i grandi uomini hanno fatto, consapevoli che erano già dei morti che camminavano, non gli rendiamo onore e riconoscenza e non ripercorriamo il loro modello.” Sono parole tratte da “Cara Sicilia”, l’elaborato scritto da Maria Sofia Tartamella, vincitrice del premio giornalistico Santo Della Volpe.

A 30 anni dalle stragi di Capaci e via d’Amelio la voce di questa ragazza di 16 anni, palermitana di nascita e trapanese d’adozione, si leva forte a ricordare a tutti i siciliani ma non solo cosa significa per i giovani non dimenticare.

La prima volta che ha sentito parlare di mafia è stato quando, a scuola, le hanno raccontato dell’Associazione Addio Pizzo nata a Palermo nel 2004. E’ rimasta colpita dalla sofferenza che le persone potevano provare davanti alle estorsioni di mafia.

Ha voluto così raccontare non solo le luci ma anche le ombre della sua terra. “Sei ricolma di omertà, del sangue degli uomini giusti che si sono battuti contro un grande virus, molto potente, che si sparge a macchia d’olio semplicemente chiudendo gli occhi davanti all’illegalità e all’ingiustizia.”

E ricorda che il contrasto alla mafia non appartiene solo a Magistratura e Forze dell’Ordine ma a ciascuno di noi. “Terramia voglio lottare affinché tu sia tutta luce e niente più ombre… “

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