La resistenza delle donne afghane

Quando nel 2021 i talebani sono tornati al potere in Afghanistan, decenni di progressi per l’istruzione ed i diritti delle donne sono stati improvvisamente smantellati. Le donne a Kabul si sono trovate nuovamente confinate, non potendo nemmeno più lavorare fuori di casa.

Durante l’ultimo governo di Ashraf Ghani le donne costituivano il 30% della forza lavoro. Circa 5.000 donne facevano parte delle forze militari, di polizia e di sicurezza e c’erano tra 250 e 300 giudici donne nel paese, la maggior parte delle quali a Kabul.

Ma alcune donne, come Husneya Saidi, 21 anni, nate e cresciute durante l’occupazione americana, hanno trovato modi creativi per continuare a perseguire i loro sogni. Bloccata a casa, Saidi ha trovato rifugio in un corso di narrazione online creato dalla sostenitrice dei diritti umani Homeira Qaderi.

Il corso le ha dato un modo per esprimere la sua esperienza: “I talebani potrebbero avermi chiuso le porte dell’università, ma li combatterò con la potenza delle mie parole”, ha detto Saidi. “La mia penna sarà la mia arma”.

E così, armate delle loro penne, dei loro pennelli e della forza delle loro convinzioni, molte donne afghane si stanno rivolgendo alla scrittura, alla narrazione e all’arte come mezzo di resistenza, unite nella solidarietà e promuovendo un senso di empowerment che oggi riecheggia in tutta la nazione.

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