La disinformazione passa per Spotify

La pandemia ha spinto le piattaforme digitali a intensificare la lotta contro la disinformazione online, ma chi oggi sembra avere ancora un problema è Spotify.

Spotify è una piattaforma di streaming musicale che, tra le altre cose, permette di ascoltare tantissimi podcast vari per qualità delle informazioni trattate e stile utilizzato.

Il 10 gennaio 2022 a Spotify è stata destinata una lettera aperta firmata da 270 tra scienziati, professori e medici con la richiesta di introdurre delle regole chiare per limitare la disinformazione a tema Covid-19 sulla piattaforma.

La vulnerabilità di Spotify verso la disinformazione è un fenomeno in parte strutturale, vista la difficoltà tecnica nel verificare le affermazioni in formato audio, ma è anche il frutto di alcune scelte di mercato più attente al profitto che ai contenuti.

Il caso più eclatante riguarda Joe Rogan, popolare comico americano e autore del podcast oggi più seguito negli Stati Uniti, ma anche una delle più prolifiche fonti di teorie del complotto attualmente in circolazione.

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