Intervista a Maria Elena Delia

Questo mese, abbiamo chiacchierato con Maria Elena Delìa, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla.

Come si vive a bordo delle barche della Flotilla? Su una piccola barca, ci sono sempre tante cose da fare e abbiamo molto lavoro. Ma ci sono anche momenti in cui si mangia tutti insieme, si leggono le notizie. La sera guardiamo le stelle e poi andiamo a dormire. Di notte c’è sempre qualcuno di guardia, per accorgersi in fretta se c’è una qualche minaccia.

In che cosa la Flotilla è diversa dalle missioni che hanno provato a rompere il blocco navale prima di voi? La Flotilla è più grande. Oggi abbiamo 45 barche. E stiamo assistendo a un genocidio che dura da quasi due anni. Inoltre, personalità politiche da tutto il mondo hanno voluto salire su queste imbarcazioni, per dire: ascoltateci.

Questa volta avete anche un grande appoggio da parte dei cittadini. Io credo che le persone siano stanche di assistere a quello che sta succedendo a Gaza senza poter fare nulla. Forse tutti si sono riconosciuti nelle persone a bordo delle barche: persone normali che hanno scelto di fare qualcosa di enorme.

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