In greco, il termine di riferimento è PAIDEIA, che veniva inteso come il processo continuo di formazione personale e culturale che l’essere umano attraversa dalla nascita per realizzarsi come soggetto autonomo, consapevole di se stesso e pronto ad orientarsi nel mondo.

L’origine latina risiede, invece, nel verbo EDUCERE, composto da E- (di, da, fuori) e DUCERE (trarre, condurre). È generalmente indicata come la possibilità di «aiutare con opportuna disciplina a mettere in atto le buone inclinazioni dell’animo e le potenze della mente e a combattere le inclinazioni non buone, (e cioè) condurre fuori l’uomo dai difetti originali della rozza natura”» (Cfr. Vocabolario Etimologico della lingua italiana – O. Pianigiani)

L’EDUCAZIONE ha, dunque, a che fare con l’essere aiutati da altri, fin dall’infanzia, nelproprio sviluppo intellettuale, morale culturale e fisico per affinare la sensibilità e correggere i comportamenti, fino a diventare autonomi. Infatti, il termine indica, più in particolare, anche il sapersi comportare secondo le “buone maniere”, il cui insieme è definito galateo.

L’etimologia latina ci dice anche che l’intervento educativo è quello in cui le potenzialità dell’individuo non vanno richieste o imposte ma vanno tirate fuori ed aiutate ad essere “messe in atto”, ad esprimersi (dal latino exprèmere che, forse non a caso, ha un significato simile = fare uscire fuori premendo).

C’è un altro punto interessante: l’idea di continuare a educar-si oltre a educare. L’educatore dovrebbe essere colui che continua a prendersi cura del proprio sviluppo per dare il meglio di se stesso ed offrire l’esempio (parola, ancora una volta, con lo stesso significato: dal latino eximĕre = trarre fuori)

EDUCAZIONE può assumere allora il significato più ampio di “educare con l’esempio a esprimersi” e a trarre fuori, in maniera autentica, il proprio potenziale. L’EDUCAZIONE, a differenza dell’ISTRUZIONE (dal latino instrúere = “ammaestrare, addottrinare, informare”), che è la pura conoscenza e applicazione di regole, invita a maturare un uso consapevole di tali regole, come fosse espressione di un’esigenza personale.

Una consapevolezza che consente di sapere esprimere al meglio la propria educazione, che venga o meno richiesto, ma anche di saper riconoscere quando doversi “tirare fuori” da situazioni o atteggiamenti in cui essa è cattiva o, addirittura, assente.

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