La disinformazione interessa anche Tik Tok, il social network nato nel 2016 che consente la pubblicazione di brevi video (di 60 secondi massimo) con un sottofondo musicale o audio. Ai video possono essere associati diversi #hashtag.
In Italia oggi la disinformazione su Tik Tok tratta anche la pandemia di Covid-19. Ma spesso si tratta di disinformazione che viene da altre parti (come Facebook, Youtube e Telegram) e che su Tik Tok viene solo ripresa.
Tra i contenuti di disinformazione “nativi” di Tik Tok ci sono quelli a tema “criminale” rivolti alla fascia più giovane degli utenti. Sono video particolarmente curati che riguardano presunti omicidi, serial killer e decessi improvvisi di influencer: vicende in realtà mai avvenute o presentate fuori contesto.
I responsabili della diffusione di notizie false su Tik Tok sono spesso comuni utenti che riprendono le proprie invettive su obbligatorietà vaccinale e teorie del complotto intervallandole a scene di vita quotidiana.
I profili di chi fa disinformazione vengono spesso bannati dalla piattaforma che, da Ottobre 2020, ha lanciato una collaborazione con i progetti di fact-checking e debunking di diversi paesi. Per l’Italia c’è Facta News.