Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha aggiornato le proprie linee guida sulla partecipazione di atleti e atlete transgender alle olimpiadi, e più in generale alle competizioni agonistiche.
Le nuove indicazioni sono molto più inclusive delle precedenti, diffuse nel 2015: fra le altre cose non prevedono più l’analisi dei livelli di testosterone per determinare se una persona deve gareggiare nelle competizioni femminili o maschili.
“Le nuove linee guida del CIO sono pioneriste perché riflettono qualcosa che sappiamo da tempo: le atlete e gli atleti come me partecipano alle competizioni senza alcun vantaggio competitivo, che la nostra umanità merita di essere rispettata” – Quinn, atleta transgender nazionale femminile canadese di calcio.
Non tutti si sono detti d’accordo con le nuove linee guida: “Le donne transgender sono di media più alte, grosse e forti delle donne cisgender e in molti sport sono dei vantaggi” – Joanna Harper, scrittrice ed ex-atleta di rugby transgender.
È un cambiamento radicale rispetto alle linee guida del 2015, che fissavano un limite massimo ai livelli di testosterone affinché le atlete donna potessero partecipare alle competizioni femminili: il che comportava spiacevoli esami e talvolta cure ormonali invasive.