Viene dal latino BÓMBUS = rimbombo e dal greco BÓMBOS = rumore sordo, a sua volta derivato del verbo BOMBÉO = risuonare cupamente, rimbombare, fare un tonfo.
Richiama, al tempo stesso, il termine francese BOMBÀNCE = “festa, baldoria, bisboccia” e il lettone BAMBET = “brontolare”.
La voce ha infatti una origine onomatopeica dal suono BO – BOM, quello delle cose che esplodono con forza improvvisa, anche in senso positivo.
Una certa assonanza esiste anche tra BOMBA e il termine BOMBARE (dal francese “bomber”) nel significato di “curvare, inarcare, gonfiare una superficie, dargli una forma”. Immediato, in questo senso, il riferimento a BOMBOLONE, dolce fritto e zuccherato di forma sferica e spesso farcito con creme varie, a BOMBETTA, il cappello da uomo tondeggiante a falde brevi e rovesciate fino a giungere al termine tecnico BOMBA come “involucro cavo, carico di esplosivo, munito di dispositivo di scoppio”.
BOMBA può essere anche una persona che sorprende per le sue capacità, un congegno o macchina di grandi prestazioni (“è una bomba!”) una vivanda a elevato contenuto di calorie, o, ancora, una notizia improvvisa e sensazionale.
Interessante scoprire che, nei giochi dei bambini, ad esempio “nascondino” o “guardie e ladri” è il luogo (in alcune regioni tana) da cui un giocatore parte alla ricerca degli altri e a cui tutti tentano, in gara, di ritornare: “andare a bomba” è lo stesso che toccare, o fare, tana. Di qui la frase “tornare a bomba” = tornare all’argomento principale del discorso dopo una divagazione.
BOMBA nasce come parola buona, “rotonda”, non come marchingegno: potrebbe esistere come dolce ipercalorico o “tana” nel gioco dei bambini, come baldoria, brontolio o anche fragore.
e sarebbe già in grado di causare esplosioni di vita, dando nuove forme a ciò che ha intorno, senza per questo fare vittime.