LA LINGUA DELLA POESIA – …e perché mai una sola lingua? Parliamo piuttosto al plurale di tante lingue diverse, diversissime. I più precisi si accontenteranno se non faremo distinzione tra lingua e linguaggio…

Donatella Besutti ci racconta che in poesia le parole si muovono su due scale mobili affiancate: parole/oggetti, parole/significati. “La poesia salva la vita”, Mondadori 1992.

Parole/oggetti – focus su suoni, lettere, lunghezza, sillabe, forma… Parole/significati – Focus su descrizioni, ricordi, definizioni, sentimenti… Le due scale possono anche andare a velocità differenti e una delle due potrà persino fermarsi. Questa dinamica genera tipi di poesie diverse (“lingue” diverse, appunto!).

Possiamo sintetizzare i tipi di poesia su un tachimetro: attenzione però! Non c’è una cosa che è più poesia e una meno poesia di un’altra, non è un tachimetro che misura la velocità, gli schemi come questo aiutano a capire, ma la realtà è più fluida e mescolata di così.

Tutte le “lingue” sono dunque valide per comunicare, in poesia, sentimenti, sensazioni, ricordi, fiabe, stati d’animo, sogni, desideri, mondi, assurdità. Ora che conosciamo qualche strumento (rime, metafore, ecc….) e abbiamo un’idea di tipi, possiamo guardare tutto più da vicino…alla prossima!

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